Tornare a scuola dopo le vacanze natalizie non fu così traumatico come credevo.
Le prime due ore avevo avuto altre sezioni, così lo beccai uscendo dall’aula al cambio dell’ora. Nel vedermi lo studente sorpreso (ma di cosa?) tirò fuori il suo sorriso più bello e mi accolse reattivo e compiaciuto facendomi le feste come un simpatico cagnolino:
“OOOOH, bentornata, prof!!! Buon anno, eh!”
Gli mancavano giusto la coda e le orecchie.
Ma gli brillavano gli occhi.
O forse ero io che ci vedevo doppio e dovevo ancora smaltirla da Capodanno.
Sta di fatto che l’anno era ricominciato e io cominciavo a notare, per così dire, delle assonanze.
Su cosa?
Oh bhe, riguardo svariate cose.
Poteva essere un punto di vista. Un’idea politica condivisa.
La stessa musica. Un artista che avevo dimenticato e che lui mi aveva ricordato, uno che ascoltavo alla sua età.
Poi scoprii anche che avevamo fatto lo stesso sport e che era mezzo daltonico.
Come un mio ex.
Questa devo dire che fu proprio una coincidenza particolare che mi turbò. Più che altro perchè ricollegai come tutto era cominciato con quel tipo, proprio dal nulla come sembrava essere con lui.
Cercai tuttavia di ignorare la buffa analogia.
Insomma, delle cose in comune.
Molto tempo dopo, le avrei interpretate come dei segni. Come piccoli segni del destino che mi avevano indicato la via (quella sbagliata, s’intende). Anche se io sostanzialmente non credo in nulla, tanto meno nel fato. Ma per ora le vedevo come delle piccole assonanze, nulla di più.
Che però bho, mi avevano messo la pulce nell’orecchio. Sai quando incontri una persona e man mano che la conosci noti via via sempre una cosa in più che ti fa pensare, Oddio, ma anche questo condividiamo?, e che ti fa pensare che quell’individuo non sia stato messo lì per caso?
Dicevamo della pulce nell’orecchio. Una pulce che per ora non era fastidiosa. Era solo un sorridere dentro notando delle cose a cui nessuno faceva caso tranne me.
Pero c’era.
E mi faceva rimuginare…
Maldita seas tú, pulga…